L’inchiesta della Dda di Bari ha portato alla notifica di 99 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 99 soggetti appartenenti al clan Strisciuglio.
BARI – Il clan Strisciuglio subisce decine di misure cautelari ordinate dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese. Una vera e propria decapitazione di una delle cosce più potenti. L’ordinanza è firmata dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana. Complessivamente, le 99 persone oggetto dell’inchiesta sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (96 in carcere e tre agli arresti domiciliari).
Operazione antimafia a Bari
L’indagine della Squadra mobile della Questura e dei Carabinieri del Comando provinciale, denominata ‘Vortice Maestrale’, è stata coordinata dai pm Lidia Giorgio e Marco D’Agostino in collaborazione con la Dda. L’inchiesta ha ricostruito gerarchia e attività illecite del clan tra il 2015 e l’attualità per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e Conversano, documentando estorsioni a commercianti, riti di affiliazione, conflitti con altri gruppi criminali, minacce e pestaggi per punire sodali infedeli, cattivi pagatori o risolvere questioni sentimentali.
Il clan Strisciuglio
A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano i pluripregiudicati Vito Valentino e Lorenzo Caldarola, oltre ai referenti nei vari rioni e città della provincia (Alessandro Ruta, Saverio Faccilongo, Giacomo Campanale). Tra gli arrestati, a 53 dei quali l’ordinanza è stata notificata in carcere, ci sono i figli del boss Caldarola, Francesco e Ivan, e Antonio Busco, ritenuto quest’ultimo uno dei fornitori di droga. Nell’inchiesta che coinvolge complessivamente 147 indagati, sono contenute le dichiarazioni di 21 collaboratori di giustizia. Capi e affiliati del clan sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, reati di droga, armi, estorsioni, lesioni e rissa,